“𝗡𝗼𝗻𝗻𝗮, 𝗰𝗼𝗺’𝗲𝗿𝗮 𝗶𝗹 𝗻𝗼𝗻𝗻𝗼?” chiese Anna, appoggiandosi al vecchio tavolo della cucina.

La nonna smise di mescolare il tè e sorrise, come se vedesse una foto lontana. “𝐄𝐫𝐚 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐞, 𝐀𝐧𝐧𝐚. 𝐌𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐦𝐞 𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐢?”

Anna sospirò. “𝐂𝐞𝐫𝐜𝐨 𝐮𝐧 𝐮𝐨𝐦𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐢 𝐟𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐫𝐢𝐝𝐞𝐫𝐞, 𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐢 𝐟𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐢. 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐢 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐚 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐟𝐚𝐜𝐞𝐯𝐚 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐧𝐧𝐨 𝐧𝐞𝐢 𝐭𝐮𝐨𝐢 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢…”

La nonna rise, ma non come si ride a una battuta. Era una risata dolce, di chi sa qualcosa che l’altro ancora deve capire.

“𝐄̀ 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐨 𝐧𝐨𝐧𝐧𝐨? 𝐂𝐡𝐞 𝐦𝐢 𝐟𝐚𝐜𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐢?”

Anna la guardò, sorpresa. “𝐍𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐜𝐨𝐬𝐢̀?”

La nonna appoggiò la tazza e incrociò le mani, lo sguardo ora più serio. “𝐍𝐨, 𝐀𝐧𝐧𝐚. 𝐋𝐮𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐞𝐫𝐚 𝐥𝐢̀ 𝐩𝐞𝐫 𝐟𝐚𝐫𝐦𝐢 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐢. 𝐄𝐫𝐚 𝐥𝐢̀ 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐥𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐦𝐞. 𝐍𝐨𝐧 𝐦𝐢 𝐟𝐚𝐜𝐞𝐯𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐫𝐢𝐝𝐞𝐫𝐞… 𝐦𝐢 𝐟𝐚𝐜𝐞𝐯𝐚 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐞, 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐞𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐥𝐢. 𝐍𝐨𝐧 𝐝𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐭𝐢 𝐟𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐢 𝐬𝐞𝐢 𝐨 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐯𝐢𝐯𝐢. 𝐃𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐚𝐩𝐩𝐢𝐚 𝐬𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐟𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨, 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐚𝐭𝐞 𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐬𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨. 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐞, 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐬𝐢 𝐬𝐩𝐞𝐠𝐧𝐞, 𝐭𝐢 𝐟𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐚 𝐜𝐚𝐬𝐚.”

Anna abbassò lo sguardo, giocherellando con un cucchiaino. “𝐌𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐥𝐨 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐨?”

La nonna le prese le mani e le sorrise. “𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐯𝐞𝐫𝐚̀, 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐚𝐫𝐚̀ 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐫𝐢𝐬𝐚𝐭𝐚. 𝐒𝐚𝐫𝐚̀ 𝐪𝐮𝐞𝐥 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐮𝐢 𝐭𝐢 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐨 𝐟𝐞𝐥𝐢𝐜𝐞. 𝐍𝐨𝐧 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐡𝐚𝐢 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐢, 𝐦𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐬𝐚𝐢 𝐜𝐡𝐞, 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐮𝐢, 𝐩𝐮𝐨𝐢 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐥𝐢 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚.”

Anna restò in silenzio per un momento, poi sorrise. Era un sorriso diverso, più consapevole, più profondo. Quella sera, se ne andò con una nuova luce negli occhi, portando con sé il consiglio più prezioso.

Giorgio La Marca