di Giorgio La Marca - 17 Aprile 2025
Ogni giorno una notizia. Unโaltra!
Ancora.
๐๐ข๐จ๐ฅ๐๐ง๐ณ๐ ๐ฌ๐ฎ๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐จ๐ง๐ง๐.
ร diventato un ritornello stanco, malato.
Lo leggiamo e proviamo ๐ซ๐๐๐๐ข๐.
๐๐ง๐๐ซ๐๐๐ฎ๐ฅ๐ข๐ญ๐ฬ.
๐๐ซ๐ข๐ฌ๐ญ๐๐ณ๐ณ๐.
E, spesso, una ๐ญ๐ซ๐๐ฆ๐๐ง๐๐ ๐ข๐ฆ๐ฉ๐จ๐ญ๐๐ง๐ณ๐.
Perchรฉ succede dove non dovrebbe succedere mai: ๐๐ง ๐๐๐ฌ๐.
Nel luogo che dovrebbe essere ๐ซ๐ข๐๐ฎ๐ ๐ข๐จ, ๐ฉ๐ซ๐จ๐ญ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐, ๐๐ฆ๐จ๐ซ๐.
๐๐ข ๐ญ๐จ๐ซ๐ง๐ ๐ข๐ง ๐ฆ๐๐ง๐ญ๐ ๐ฎ๐ง ๐๐๐ฆ๐๐ข๐ง๐จ.
Occhi bassi.
Voce flebile.
Durante un laboratorio a scuola.
Si parlava di sogni, di futuro, di speranza.
Lui invece disse:
โ๐ซ๐ ๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐ฬ. ๐ผ๐๐ ๐๐๐๐ ๐ฬ ๐๐๐๐๐: ๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ฬ ๐๐๐.โ
โ๐ช๐๐๐ ๐๐๐?โ
โ๐ท๐๐๐๐๐ฬ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐, ๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐.โ
Oggi quel papร non รจ piรน in casa.
๐ฬ ๐ฌ๐ญ๐๐ญ๐จ ๐๐ฅ๐ฅ๐จ๐ง๐ญ๐๐ง๐๐ญ๐จ.
E quel bambino, piano piano, sta ritrovando un poโ di luce.
Ma quel giorno, tra sogni e risate, il tempo si รจ fermato.
Lui no, non sognava.
Lui aveva visto troppo.
E io ho pensato:
๐๐ฎ๐๐ง๐ญ๐จ ๐ฉ๐๐ฌ๐ ๐ฅโ๐๐ฌ๐๐ฆ๐ฉ๐ข๐จ ๐๐ข ๐ฎ๐ง ๐ฎ๐จ๐ฆ๐จ.
๐๐ฎ๐๐ง๐ญ๐จ ๐ฉ๐ฎ๐จฬ ๐๐๐ซ๐ข๐ซ๐.
๐ ๐ ๐ฎ๐๐ซ๐ข๐ซ๐.
Non gli risposi.
Ma avrei voluto dirgli:
๐๐ฎ ๐ฉ๐ฎ๐จ๐ข ๐๐ฌ๐ฌ๐๐ซ๐ ๐๐ข๐ฏ๐๐ซ๐ฌ๐จ.
๐๐ฎ ๐๐๐ฏ๐ข ๐๐ฌ๐ฌ๐๐ซ๐ ๐๐ข๐ฏ๐๐ซ๐ฌ๐จ.
๐๐ข๐ฉ๐๐ซ๐ญ๐ข ๐๐ ๐ช๐ฎ๐๐ฅ ๐๐จ๐ฅ๐จ๐ซ๐ ๐ ๐๐จ๐ฌ๐ญ๐ซ๐ฎ๐ข๐ฌ๐๐ข ๐๐ฆ๐จ๐ซ๐.
๐๐ข๐ข ๐ญ๐ฎ ๐ฅ๐ ๐๐ฎ๐ซ๐ ๐๐ข ๐ฎ๐ง๐ ๐๐๐ซ๐ข๐ญ๐ ๐๐ก๐ ๐ง๐จ๐ง ๐ก๐๐ข ๐๐๐ฎ๐ฌ๐๐ญ๐จ.
๐๐ฉ๐ฉ๐๐ง๐ ๐ญ๐จ๐ซ๐ง๐ข ๐ ๐๐๐ฌ๐, ๐๐๐๐ซ๐๐๐๐ข๐ ๐ญ๐ฎ๐ ๐ฆ๐๐๐ซ๐.
๐ ๐ฉ๐จ๐ข ๐๐ซ๐๐ฌ๐๐ข.
๐ ๐๐ข๐ฏ๐๐ง๐ญ๐ ๐ฅโ๐ฎ๐จ๐ฆ๐จ ๐๐ก๐ ๐ฅ๐๐ข ๐๐ฏ๐ซ๐๐๐๐ ๐ฏ๐จ๐ฅ๐ฎ๐ญ๐จ ๐ข๐ง๐๐จ๐ง๐ญ๐ซ๐๐ซ๐.
๐ ๐๐ก๐ ๐ข๐ฅ ๐ฆ๐จ๐ง๐๐จ ๐ก๐ ๐๐ข๐ฌ๐ฉ๐๐ซ๐๐ญ๐๐ฆ๐๐ง๐ญ๐ ๐๐ข๐ฌ๐จ๐ ๐ง๐จ ๐๐ข ๐๐จ๐ง๐จ๐ฌ๐๐๐ซ๐.
๐๐๐ซ๐๐ก๐ฬ ๐๐ฌ๐ฌ๐๐ซ๐ ๐ฎ๐จ๐ฆ๐จโฆ
๐ง๐จ๐ง ๐ฬ ๐ช๐ฎ๐๐ฌ๐ญ๐ข๐จ๐ง๐ ๐๐ข ๐๐จ๐ซ๐ณ๐.
๐ฬ ๐ช๐ฎ๐๐ฌ๐ญ๐ข๐จ๐ง๐ ๐๐ข ๐ซ๐ข๐ฌ๐ฉ๐๐ญ๐ญ๐จ.
๐๐ข ๐๐ฌ๐๐จ๐ฅ๐ญ๐จ.
๐๐ข ๐๐ฆ๐จ๐ซ๐.
๐๐๐ฆ๐๐ข๐๐ฆ๐จ ๐ข๐ฅ ๐๐ข๐ง๐๐ฅ๐ ๐๐ข ๐ช๐ฎ๐๐ฌ๐ญ๐ ๐ฌ๐ญ๐จ๐ซ๐ข๐.
๐๐ง๐ข๐ณ๐ข๐๐ฆ๐จ ๐๐ ๐ง๐จ๐ข
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di Giorgio La Marca - 13 Aprile 2025
๐๐ข๐ฅ๐๐ง๐จ, ๐ฉ๐จ๐๐ก๐ข ๐ ๐ข๐จ๐ซ๐ง๐ข ๐๐.
Avevo da poco finito un incontro in una scuola. Valigia alla mano, mi avvio verso la stazione per tornare a Napoli.
Lโautobus mi lascia non lontano da ๐๐ข๐ฅ๐๐ง๐จ ๐๐๐ง๐ญ๐ซ๐๐ฅ๐. Scendo, guardo attorno e mi incammino verso le strisce pedonali.
Ogni volta che vado a Milano mi colpisce lo stesso dettaglio: tutti corrono. Sempre. Ovunque.
๐๐๐ฆ๐๐ซ๐ ๐ช๐ฎ๐๐ฌ๐ข ๐ฎ๐ง๐ ๐ ๐๐ซ๐ ๐ข๐ง๐ฏ๐ข๐ฌ๐ข๐๐ข๐ฅ๐. Gente che va di fretta, con gli occhi persi chissร dove. E mi viene da sorridere.
Per un attimo viene voglia di correre anche a me. Poi ci penso: il mio treno parte tra due ore. Ho tutto il tempo del mondo.
A pochi metri da me, una signora anziana con una busta pesante cammina lentamente. Fa fatica.
Mi avvicino e le chiedo:
โ ยซ๐๐ ๐๐จ ๐ฎ๐ง๐ ๐ฆ๐๐ง๐จ?ยป
Lei mi guarda un attimo, poi sorride:
โ ยซ๐๐ก, ๐ฆ๐๐ ๐๐ซ๐ขโฆ ๐ ๐ซ๐๐ณ๐ข๐.ยป
Prendo la busta e le offro il mio braccio.
Attraversiamo con calma. Le auto si fermano e aspettano, in silenzio.
Camminando, mi racconta che quella sera il figlio e i suoi due nipotini andranno a mangiare da lei.
โ ยซ๐๐จ๐ง ๐ฅ๐ข ๐ฏ๐๐๐จ ๐๐ ๐ฎ๐ง ๐ฉ๐จโ, ๐ก๐จ ๐ฉ๐ซ๐๐ฌ๐จ ๐ญ๐ฎ๐ญ๐ญ๐จ ๐ช๐ฎ๐๐ฅ๐ฅ๐จ ๐๐ก๐ ๐ฌ๐๐ซ๐ฏ๐ ๐ฉ๐๐ซ ๐๐ฎ๐๐ข๐ง๐๐ซ๐ ๐ช๐ฎ๐๐ฅ๐๐จ๐ฌ๐ ๐๐ข ๐๐ฎ๐จ๐ง๐จโฆยป, dice, e si illumina mentre parla.
La accompagno fino alla pensilina dove aspetterร il prossimo autobus.
Appoggio la busta accanto a lei, sto per salutarla, quando mi chiede:
โ ยซ๐๐โฆ ๐ฌ๐๐ข ๐ง๐๐ฉ๐จ๐ฅ๐๐ญ๐๐ง๐จ?ยป
โ ยซ๐๐ขฬยป, rispondo ยซ๐๐ข ๐ฌ๐๐ง๐ญ๐, ๐ฏ๐๐ซ๐จ?ยป
Lei sorride e scuote la testa.
โ ยซ๐๐จ, ๐ง๐จ๐ง ๐๐๐ฅ๐ฅโ๐๐๐๐๐ง๐ญ๐จ. ๐โ๐ก๐จ ๐๐๐ฉ๐ข๐ญ๐จ ๐๐๐ฅ ๐๐ฎ๐จ๐ซ๐. ๐๐จ๐ฅ๐จ ๐ฎ๐ง ๐ง๐๐ฉ๐จ๐ฅ๐๐ญ๐๐ง๐จ ๐ฌ๐ข ๐ฌ๐๐ซ๐๐๐๐ ๐๐๐ซ๐ฆ๐๐ญ๐จ ๐๐ ๐๐ข๐ฎ๐ญ๐๐ซ๐ฆ๐ข ๐๐จ๐ฌ๐ขฬ. ๐๐จ๐ข ๐ง๐๐ฉ๐จ๐ฅ๐๐ญ๐๐ง๐ขโฆ ๐๐จ๐ฏ๐ซ๐๐ฌ๐ญ๐ ๐๐๐ซ๐ ๐ฅ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ข ๐โ๐๐ฆ๐จ๐ซ๐ ๐๐ฅ ๐ฆ๐จ๐ง๐๐จ.ยป
Rimango in silenzio. Non so cosa dire. Solo un sorriso.
Poi apre la busta della spesa, tira fuori un pacchetto di caramelle, lo apre e me ne dร alcune.
โ ยซ๐๐๐ซ ๐ข๐ฅ ๐ฏ๐ข๐๐ ๐ ๐ข๐จ. ๐ ๐๐ง๐ง๐จ ๐๐จ๐ฆ๐ฉ๐๐ ๐ง๐ข๐.ยป
Apro lo zaino, tiro fuori due libricini che avevo con me e glieli porgo.
โ ยซ๐๐ข ๐ก๐จ ๐ฌ๐๐ซ๐ข๐ญ๐ญ๐ข ๐ข๐จ. ๐๐๐ซ ๐ข ๐ฌ๐ฎ๐จ๐ข ๐ง๐ข๐ฉ๐จ๐ญ๐ข.ยป
Ci salutiamo cosรฌ. Un sorriso, due caramelle, e un gesto semplice che vale piรน di mille parole.
๐ ๐ฏ๐จ๐ฅ๐ญ๐ ๐๐๐ฌ๐ญ๐ ๐ฉ๐จ๐๐จ ๐ฉ๐๐ซ ๐ฅ๐๐ฌ๐๐ข๐๐ซ๐ ๐ฎ๐ง ๐ฌ๐๐ ๐ง๐จ. ๐ ๐ฌ๐ฉ๐๐ฌ๐ฌ๐จ ๐ช๐ฎ๐๐ฅ ๐ฉ๐จ๐๐จ ๐ฬ ๐ฌ๐จ๐ฅ๐จ ๐ฎ๐ง๐ ๐ฌ๐๐๐ฅ๐ญ๐: ๐๐๐ซ๐ฆ๐๐ซ๐ฌ๐ข, ๐ข๐ง๐ฏ๐๐๐ ๐๐ข ๐๐จ๐ซ๐ซ๐๐ซ๐.
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di Giorgio La Marca - 1 Aprile 2025
๐๐จ๐ฆ๐๐ง๐ข๐๐ ๐ฉ๐จ๐ฆ๐๐ซ๐ข๐ ๐ ๐ข๐จ, stazione di ๐ ๐จ๐ ๐ ๐ข๐. Binario 4. Lโaria รจ fresca, il sole ormai tiepido di fine marzo. Aspetto il treno per ๐๐๐๐๐, immerso nei miei pensieri. Sto ripassando nella mente il mio incontro del giorno dopo con i ragazzi a scuola, con il ๐๐๐ ๐๐๐๐ฌ๐ญ๐ซ๐จ ๐๐๐จ.
"๐ฬ ๐ข๐ง ๐๐ซ๐ซ๐ข๐ฏ๐จ ๐ข๐ฅ ๐ญ๐ซ๐๐ง๐จ ๐๐ฅ ๐๐ข๐ง๐๐ซ๐ข๐จ ๐"
Le persone si muovono verso la linea gialla, il suono ritmato delle valigie sulle piastrelle accompagna lโattesa.
Poco distante, un uomo anziano si alza con calma da una panchina. Prende la sua valigia e si avvia verso la linea gialla, ma qualcosa rimane indietro. Un sacchetto bianco, leggero, dimenticato sul legno della panchina. Lo prendo e glielo porgo.
"๐๐ ๐๐ข๐ฆ๐๐ง๐ญ๐ข๐๐๐ญ๐จ ๐ช๐ฎ๐๐ฌ๐ญ๐จ!"
Lui mi guarda, sorride con gratitudine. "๐๐ซ๐๐ณ๐ข๐, ๐ฅโ๐๐ญ๐ฬ ๐๐ฏ๐๐ง๐ณ๐..." dice con un tono ironico, mentre scuote la testa.
Scopriamo che viaggiamo nella stessa carrozza, seduti uno di fronte allโaltro. "๐๐๐๐ข๐๐ฆ๐จ ๐ฆ๐จ๐๐จ ๐๐ข ๐๐จ๐ง๐จ๐ฌ๐๐๐ซ๐๐ข" dice con entusiasmo.
Saliamo, lo aiuto con le borse. La carrozza รจ quasi vuota.
"๐๐จ๐ฏ๐ ๐ฌ๐๐๐ง๐๐ข?" mi chiede.
"๐ ๐๐๐๐๐, ๐๐จ๐ฆ๐๐ง๐ข ๐ข๐ง๐๐จ๐ง๐ญ๐ซ๐จ ๐ฎ๐ง ๐๐๐ฅ ๐ฉ๐จฬ ๐๐ข ๐ซ๐๐ ๐๐ณ๐ณ๐ข ๐ฉ๐๐ซ ๐ซ๐๐๐๐จ๐ง๐ญ๐๐ซ๐ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐ฌ๐ญ๐จ๐ซ๐ข๐"
"๐๐ง๐๐ก๐ ๐ข๐จ ๐ฌ๐๐๐ง๐๐จ ๐ ๐๐๐๐๐" mi dice. Poi abbassa la voce, quasi timoroso di essere sentito. "๐ฬ ๐ฅ๐ ๐ฉ๐ซ๐ข๐ฆ๐ ๐ฏ๐จ๐ฅ๐ญ๐ ๐๐ก๐ ๐ฏ๐๐๐จ!"
Lo guardo con curiositร . Forse si aspetta una domanda, ma lui esita, sembra imbarazzato. Poi, con un filo di voce, sussurra:
"๐๐๐๐จ ๐ฉ๐๐ซ ๐๐ฆ๐จ๐ซ๐"
Si avvicina leggermente, le mani appoggiate al tavolinetto che ci separa.
"๐๐จ ๐ฏ๐๐ซ๐ ๐จ๐ ๐ง๐ ๐ ๐๐ข๐ซ๐ฅ๐จ" confessa.
Lo guardo, sorrido. "๐๐จ๐ง ๐โ๐ฬ ๐ฎ๐งโ๐๐ญ๐ฬ ๐ฉ๐๐ซ ๐ฅโ๐๐ฆ๐จ๐ซ๐".
E in quel momento, come se quelle parole avessero aperto una diga, lui inizia a raccontare.
ร vedovo da tanti anni. Durante una gita organizzata dal centro anziani del suo paese ha conosciuto Maria, una donna di Lecce anche lei in gita con il suo circolo anziani "๐๐ง๐ ๐๐จ๐ง๐ง๐ ๐ฌ๐ญ๐ซ๐๐จ๐ซ๐๐ข๐ง๐๐ซ๐ข๐. ๐๐๐๐ข๐๐ฆ๐จ ๐ฅ๐ ๐ฌ๐ญ๐๐ฌ๐ฌ๐ ๐๐ญ๐ฬ, ๐๐ง๐๐ก๐ ๐ฅ๐๐ข ๐ฏ๐๐๐จ๐ฏ๐".
Si erano conosciuti per caso, accoppiati da un gioco serale organizzato dagli animatori dellโhotel. Da quel momento, ogni occasione era stata buona per scambiare una parola, un sorriso.
"๐๐๐๐ข๐๐ฆ๐จ ๐ฌ๐จ๐ฅ๐จ ๐ฉ๐๐ซ๐ฅ๐๐ญ๐จ"
Ma nei suoi occhi vedo che non รจ stato solo parlare.
"๐โ๐ฎ๐ฅ๐ญ๐ข๐ฆ๐จ ๐ ๐ข๐จ๐ซ๐ง๐จ, ๐ฉ๐ซ๐ข๐ฆ๐ ๐๐ข ๐ฉ๐๐ซ๐ญ๐ข๐ซ๐, ๐ฅ๐ ๐ก๐จ ๐ซ๐๐ ๐๐ฅ๐๐ญ๐จ ๐ฎ๐ง๐ ๐ซ๐จ๐ฌ๐".
"๐ ๐ฉ๐จ๐ข?" gli chiedo.
"๐๐จ๐ข... ๐ง๐ข๐๐ง๐ญ๐"
Mi guarda, come se cercasse conferma che la sua storia avesse senso.
"๐๐จ๐ง ๐ญ๐ข ๐ฉ๐ข๐๐๐๐ฏ๐?"
A quel punto, il suo viso si illumina. "๐๐จ๐ง ๐ฆ๐ข ๐ฉ๐ข๐๐๐๐ฏ๐? ๐๐ซ๐ ๐ฅ๐ ๐๐จ๐ฌ๐ ๐ฉ๐ข๐ฎฬ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐ก๐ ๐๐ฏ๐๐ฏ๐จ ๐ฏ๐ข๐ฌ๐ญ๐จ ๐ง๐๐ ๐ฅ๐ข ๐ฎ๐ฅ๐ญ๐ข๐ฆ๐ข ๐๐ง๐ง๐ข!"
"๐๐ฅ๐ข๐๐ฅ๐จ ๐ก๐๐ข ๐๐๐ญ๐ญ๐จ?"
"๐๐จ."
"๐๐ฅ๐ฆ๐๐ง๐จ ๐ฎ๐ง ๐๐๐๐ข๐จ ๐ ๐ฅ๐ข๐๐ฅ๐จ ๐ก๐๐ข ๐๐๐ญ๐จ?"
Arrossisce. "๐๐จ."
"๐ ๐ฉ๐๐ซ๐๐ก๐ฬ?"
Abbassa gli occhi. "๐๐จ ๐ฉ๐๐ง๐ฌ๐๐ญ๐จ ๐ ๐ฆ๐ข๐ ๐๐ข๐ ๐ฅ๐ข๐, ๐ ๐ฆ๐ข๐ ๐ฆ๐จ๐ ๐ฅ๐ข๐... ๐๐ ๐ช๐ฎ๐๐ง๐๐จ ๐ฬ ๐ฆ๐จ๐ซ๐ญ๐, ๐ง๐จ๐ง ๐ก๐จ ๐ฉ๐ข๐ฎฬ ๐ ๐ฎ๐๐ซ๐๐๐ญ๐จ ๐ง๐๐ฌ๐ฌ๐ฎ๐ง๐."
Faccio un respiro. "๐๐ ๐ฏ๐ข๐ญ๐ ๐ฬ ๐ฎ๐ง๐ ๐ฌ๐จ๐ฅ๐, ๐ ๐ฌ๐จ๐ง๐จ ๐๐๐ซ๐ญ๐จ ๐๐ก๐ ๐ญ๐ฎ๐ ๐ฆ๐จ๐ ๐ฅ๐ข๐ ๐ฌ๐๐ซ๐๐๐๐ ๐๐๐ฅ๐ข๐๐ ๐๐ข ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ซ๐ญ๐ข ๐๐๐ฅ๐ข๐๐."
Lui non dice nulla, ma i suoi occhi sono lucidi.
"๐ ๐๐๐๐ฌ๐ฌ๐จ?" gli chiedo.
"๐๐๐๐ฌ๐ฌ๐จ ๐ฌ๐ญ๐จ ๐๐ง๐๐๐ง๐๐จ ๐ ๐๐๐ซ๐๐๐ซ๐ฅ๐. ๐๐ ๐ฅ๐๐ข ๐ง๐จ๐ง ๐ฅ๐จ ๐ฌ๐."
Sua figlia, vedendolo triste nei mesi successivi alla gita, lo aveva spronato. "๐๐๐ฉ๐ฬ, ๐๐๐ฏ๐ข ๐ญ๐ซ๐จ๐ฏ๐๐ซ๐ฅ๐. ๐๐๐ฏ๐ข ๐ฉ๐ซ๐จ๐ฏ๐๐ซ๐."
Cosรฌ, quella mattina, aveva preso un biglietto per Lecce. Senza un indirizzo, senza un numero di telefono. Solo un nome e il ricordo di un sorriso.
"๐๐๐ข ๐๐จ๐ฆ๐ ๐ญ๐ซ๐จ๐ฏ๐๐ซ๐ฅ๐?" gli chiedo.
"๐๐ก๐ข๐๐๐๐ซ๐จฬ ๐ข๐ง ๐ ๐ข๐ซ๐จ."
Sorrido. Apro il mio zaino, prendo il computer.
"๐๐จ๐ฌ๐ ๐๐๐ข?"
"๐๐๐ซ๐๐ก๐ข๐๐ฆ๐จ ๐๐๐ซ๐ข๐."
E cosรฌ inizia la nostra "caccia allโamore".
Tra Facebook e Google, Maria si rivela piรน moderna del mio nuovo amico. Ha un profilo social, tante foto pubblicate. Lui le guarda con occhi brillanti, emozionati, quasi increduli.
In pochi minuti abbiamo tutto: indirizzo, numero del circolo anziani, autobus per raggiungerla, persino un hotel dove dormire nel caso lei non lo avesse accolto.
La nostra conversazione, senza che ce ne accorgessimo, ha catturato lโattenzione di tutta la carrozza. Persone in piedi accanto a noi, viaggiatori che si sporgono dai loro sedili per ascoltare.
Quando arriviamo a Lecce, il cielo รจ ancora chiaro.
Lui mi guarda, emozionato. Mi abbraccia forte. "๐๐จ๐ฌ๐ ๐ฅ๐ ๐๐ข๐ซ๐จฬ?"
"๐๐จ๐ง ๐ฌ๐๐ซ๐ฏ๐ข๐ซ๐๐ง๐ง๐จ ๐ฉ๐๐ซ๐จ๐ฅ๐. ๐๐๐ซ๐ฅ๐๐ซ๐๐ง๐ง๐จ ๐ข ๐ญ๐ฎ๐จ๐ข ๐จ๐๐๐ก๐ข ๐ฉ๐๐ซ ๐ข๐ฅ ๐ญ๐ฎ๐จ ๐๐ฎ๐จ๐ซ๐."
Sorride, ma prima di allontanarsi si ferma e mi guarda ancora una volta. "๐ ๐ฌ๐ ๐ฅ๐๐ข ๐ง๐จ๐ง ๐ฌ๐๐ฉ๐ซ๐ฬ ๐๐จ๐ฌ๐ ๐๐ข๐ซ๐?"
Gli stringo una mano e ridendo gli dico: "๐๐ฅ๐ฅ๐จ๐ซ๐ ๐๐ก๐ข๐๐๐ข๐ฅ๐: โ๐๐ ๐ฅ๐จ ๐ฏ๐ฎ๐จ๐ข ๐๐๐ซ๐ ๐ฎ๐ง ๐๐๐๐ข๐จ ๐จ ๐ง๐จ, ๐ฌ๐ญ๐๐ฏ๐จ๐ฅ๐ญ๐?โ"
Scoppia a ridere. E con passo svelto, va verso i taxi.
Io lo guardo allontanarsi.
Chissร comโรจ andata.
A volte cerco storie da raccontare.
Questa domenica, una bellissima storia รจ venuta a cercare me.
๐๐๐ซ๐๐ก๐ฬ ๐ฅโ๐๐ฆ๐จ๐ซ๐, ๐๐๐ฏ๐ฏ๐๐ซ๐จ, ๐ง๐จ๐ง ๐ก๐ ๐๐ญ๐ฬ.
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di Giorgio La Marca - 30 Marzo 2025
๐๐ง ๐๐ฆ๐จ๐ซ๐ ๐๐ก๐ ๐ฌ๐ฉ๐ข๐๐ณ๐ณ๐: ๐ข๐ฅ ๐ ๐ข๐ ๐ฅ๐ข๐จ ๐๐ซ๐จ๐๐ข๐ ๐จ ๐ ๐ฅ๐ ๐๐ข๐ฌ๐๐ซ๐ข๐๐จ๐ซ๐๐ข๐
Stamattina il ๐๐๐ง๐ ๐๐ฅ๐จ ci ripropone la parabola del ๐๐ข๐ ๐ฅ๐ข๐จ ๐ฉ๐ซ๐จ๐๐ข๐ ๐จ. Lโho riletta per lโennesima volta e, ancora una volta, mi ha sorpreso. Non รจ solo una storia di duemila anni fa: ๐ฬ ๐ฉ๐ข๐ฎฬ ๐๐ญ๐ญ๐ฎ๐๐ฅ๐ ๐๐ก๐ ๐ฆ๐๐ข. A volte sembra persino essere piรน avanti di noi.
Parla di ๐ฅ๐ข๐๐๐ซ๐ญ๐ฬ, di ๐ฌ๐๐๐ฅ๐ญ๐ ๐ฌ๐๐๐ ๐ฅ๐ข๐๐ญ๐, di cadute e di ritorni. Il figlio vuole tutto e subito, si illude di poter costruire la sua felicitร da solo, lontano dalla casa del padre. Crede di essere libero, ma quella libertร lo svuota. ๐ ๐ฌ๐จ๐ฅ๐จ ๐ช๐ฎ๐๐ง๐๐จ ๐ฉ๐๐ซ๐๐ ๐ญ๐ฎ๐ญ๐ญ๐จ ๐๐๐ฉ๐ข๐ฌ๐๐ ๐ข๐ฅ ๐ฏ๐๐ฅ๐จ๐ซ๐ ๐๐ข ๐๐ข๐จฬ ๐๐ก๐ ๐ก๐ ๐ฅ๐๐ฌ๐๐ข๐๐ญ๐จ.
Potremmo dire che oggi รจ la storia di tanti: la ricerca di una felicitร fatta di cose che non riempiono, lโillusione di poter bastare a sรฉ stessi, la difficoltร di ammettere di aver sbagliato. Ma il cuore della parabola รจ ancora piรน rivoluzionario: ๐ข๐ฅ ๐ฉ๐๐๐ซ๐ ๐๐ก๐ ๐ง๐จ๐ง ๐ ๐ข๐ฎ๐๐ข๐๐, ๐ง๐จ๐ง ๐ซ๐ข๐ฆ๐ฉ๐ซ๐จ๐ฏ๐๐ซ๐, ๐ง๐จ๐ง ๐ฉ๐ซ๐๐ญ๐๐ง๐๐ ๐ฌ๐ฉ๐ข๐๐ ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ข. ๐๐จ๐ง ๐ฬ ๐ข๐ฅ ๐๐ข๐ ๐ฅ๐ข๐จ ๐๐ก๐ ๐ฌ๐ข ๐ ๐ฎ๐๐๐๐ ๐ง๐ ๐ข๐ฅ ๐ฉ๐๐ซ๐๐จ๐ง๐จ, ๐ฬ ๐ข๐ฅ ๐ฉ๐๐๐ซ๐ ๐๐ก๐ ๐ฅ๐จ ๐๐จ๐ง๐ ๐ฌ๐๐ง๐ณ๐ ๐๐จ๐ง๐๐ข๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ข.
๐๐ ๐ฬ ๐ช๐ฎ๐ข ๐๐ก๐ ๐ข๐ฅ ๐๐๐ง๐ ๐๐ฅ๐จ ๐ฌ๐ฉ๐ข๐๐ณ๐ณ๐. In un mondo che insegna che tutto ha un prezzo, che il perdono va meritato, che lโamore รจ spesso condizionato, la Misericordia di Dio รจ scandalosa. Perchรฉ ama prima, senza se e senza ma.
Forse la vera sfida oggi non รจ solo quella di credere in Dio, ma di credere che Lui possa amarci cosรฌ. Senza meriti, senza condizioni. ๐๐จ๐ฅ๐จ ๐ฉ๐๐ซ๐๐ก๐ฬ ๐ฌ๐ข๐๐ฆ๐จ ๐๐ข๐ ๐ฅ๐ข.
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di Giorgio La Marca - 20 Marzo 2025
๐๐ข๐๐ฆ๐จ ๐ข๐ฅ ๐๐ข๐ฌ๐๐ ๐ง๐จ ๐ฉ๐๐ซ๐๐๐ญ๐ญ๐จ ๐๐ข ๐๐ข๐จโฆcanticchiavo il ritornello di questa canzone a bassa voce mentre preparavo un incontro in una scuola.
Credevo di essere solo nell'aula magna. Invece, a pochi metri da me, un ragazzo, forse della segreteria, stava sistemando delle cose. All'improvviso, senza nemmeno guardarmi, dice:
"๐๐จ๐ง ๐ฆ๐ ๐ฌ๐ข ๐ฌ๐๐ซ๐ฬ ๐ฌ๐๐๐ ๐ฅ๐ข๐๐ญ๐จ!".
Alzo lo sguardo e lo vedo. Non sorrideva. Non scherzava. Lo aveva detto come un pensiero sfuggito per sbaglio.
"๐๐ข๐๐จ ๐๐๐ฏ๐ฏ๐๐ซ๐จ. ๐๐ ๐๐ข๐จ ๐๐ซ๐๐ ๐ญ๐ฎ๐ญ๐ญ๐จ ๐ฉ๐๐ซ๐๐๐ญ๐ญ๐จ, ๐๐ฅ๐ฅ๐จ๐ซ๐ ๐ข๐จ ๐ฌ๐จ๐ง๐จ ๐ข๐ฅ ๐๐ฎ๐จ ๐๐ซ๐ซ๐จ๐ซ๐ ๐๐ข ๐ฉ๐ซ๐จ๐๐ฎ๐ณ๐ข๐จ๐ง๐".
L'ho lasciato parlare. Sembrava che quelle parole fossero lรฌ da tempo, in attesa di trovare una via d'uscita.
"๐๐ข ๐ ๐ฎ๐๐ซ๐๐จ ๐ ๐ฏ๐๐๐จ ๐ฌ๐จ๐ฅ๐จ ๐๐ข๐๐๐ญ๐ญ๐ข. ๐๐๐ซ๐๐ญ๐ญ๐๐ซ๐ ๐ฌ๐๐๐ ๐ฅ๐ข๐๐ญ๐จ, ๐ฌ๐๐๐ฅ๐ญ๐ ๐ฌ๐๐๐ ๐ฅ๐ข๐๐ญ๐, ๐๐๐๐๐ข๐ ๐ฌ๐๐๐ ๐ฅ๐ข๐๐ญ๐. ๐๐ข ๐ฉ๐๐ซ๐๐๐ญ๐ญ๐จ ๐ง๐จ๐ง ๐ก๐จ ๐ง๐ข๐๐ง๐ญ๐โฆ ๐ญ๐ซ๐๐ง๐ง๐ ๐ฅ'๐ข๐ฆ๐ฉ๐๐ซ๐๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐!"
Ho appoggiato le mie carte e ho provato ad entrare in quel pensiero.
๐๐๐ข ๐ฆ๐๐ข ๐ ๐ฎ๐๐ซ๐๐๐ญ๐จ ๐๐ ๐ฏ๐ข๐๐ข๐ง๐จ ๐ฎ๐ง ๐ช๐ฎ๐๐๐ซ๐จ ๐๐ข ๐ฎ๐ง ๐ ๐ซ๐๐ง๐๐ ๐๐ซ๐ญ๐ข๐ฌ๐ญ๐? ๐๐๐ฆ๐๐ซ๐ ๐ฌ๐จ๐ฅ๐จ ๐ฎ๐ง ๐๐๐จ๐ฌ ๐๐ข ๐ฉ๐๐ง๐ง๐๐ฅ๐ฅ๐๐ญ๐, ๐ฆ๐๐๐๐ก๐ข๐ ๐๐ข ๐๐จ๐ฅ๐จ๐ซ๐ ๐ฌ๐๐ง๐ณ๐ ๐ฌ๐๐ง๐ฌ๐จ. ๐๐ ๐๐๐ฌ๐ญ๐ ๐๐๐ซ๐ ๐ฎ๐ง ๐ฉ๐๐ฌ๐ฌ๐จ ๐ข๐ง๐๐ข๐๐ญ๐ซ๐จ... ๐๐ ๐๐๐๐จ ๐ข๐ฅ ๐๐๐ฉ๐จ๐ฅ๐๐ฏ๐จ๐ซ๐จ. ๐๐ฎ ๐ฌ๐๐ข ๐ช๐ฎ๐๐ฅ ๐๐๐ฉ๐จ๐ฅ๐๐ฏ๐จ๐ซ๐จ! ๐๐๐ ๐๐ซ๐ข ๐จ๐ซ๐ ๐ฏ๐๐๐ข ๐ฌ๐จ๐ฅ๐จ ๐ข ๐๐๐ญ๐ญ๐๐ ๐ฅ๐ข ๐ฌ๐๐๐ ๐ฅ๐ข๐๐ญ๐ข, ๐ฆ๐ ๐๐ข๐จ ๐ก๐ ๐ ๐ข๐ฬ ๐๐๐ฏ๐๐ง๐ญ๐ข ๐๐ ๐ฅ๐ข ๐จ๐๐๐ก๐ข ๐ฅ'๐จ๐ฉ๐๐ซ๐ ๐๐ข๐ง๐ข๐ญ๐. ๐ ๐ข๐๐๐ญ๐ข ๐๐๐ฅ๐ฅ'๐๐ซ๐ญ๐ข๐ฌ๐ญ๐!โ
Silenzio. Un attimo di esitazione. Poi un respiro profondo. Lui abbassa lo sguardo, gioca con le chiavi e poi sussurra:
"๐๐ข๐๐ข ๐๐ก๐ ๐๐ข๐จ ๐ฏ๐๐๐ ๐ฎ๐ง ๐๐๐ฉ๐จ๐ฅ๐๐ฏ๐จ๐ซ๐จ... ๐๐จ, ๐ฉ๐๐ซ ๐จ๐ซ๐, ๐ฏ๐๐๐จ ๐ฌ๐จ๐ฅ๐จ ๐ฎ๐ง ๐ฉ๐๐ฌ๐ญ๐ข๐๐๐ข๐จ. ๐๐ฉ๐๐ซ๐จ ๐๐ก๐ ๐ฎ๐ง ๐ ๐ข๐จ๐ซ๐ง๐จ ๐ซ๐ข๐ฎ๐ฌ๐๐ข๐ซ๐จฬ ๐ ๐ฏ๐๐๐๐ซ๐ ๐๐ง๐๐ก'๐ข๐จ ๐ช๐ฎ๐๐ฅ ๐๐๐ฉ๐จ๐ฅ๐๐ฏ๐จ๐ซ๐จ".
E se ne รจ andato.
Io sono rimasto lรฌ, con le mie carte da sistemare e la mia canzone nella testa... ๐๐ข๐๐ฆ๐จ ๐ข๐ฅ ๐๐ข๐ฌ๐๐ ๐ง๐จ ๐ฉ๐๐ซ๐๐๐ญ๐ญ๐จ ๐๐ข ๐๐ข๐จโฆ
E chissร , forse ora anche nella sua.
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di Giorgio La Marca - 2 Marzo 2025
Camminavo veloce con il mio trolley, diretto in stazione. Avevo appena terminato un incontro in una scuola e stavo per prendere un treno verso unโaltra cittร per un altro incontro programmato per l'indomani. Sempre di corsa, sempre in viaggio. Ogni volta Teresa Esposito, appena rientro a casa, mi rimprovera: โ๐๐จ๐ฆ๐ ๐๐ฅ ๐ฌ๐จ๐ฅ๐ข๐ญ๐จ ๐ง๐จ๐ง ๐ก๐๐ข ๐ฏ๐ข๐ฌ๐ญ๐จ ๐ง๐ข๐๐ง๐ญ๐ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐ข๐ญ๐ญ๐ฬ!โ. Almeno la domanda "๐๐๐ข ๐ฉ๐จ๐ซ๐ญ๐๐ญ๐จ ๐ฎ๐ง ๐ฌ๐จ๐ฎ๐ฏ๐๐ง๐ข๐ซ?" l'ha accantonata, si รจ rassegnata alla mia solita risposta: "๐๐จ๐ง ๐ฏ๐๐๐จ ๐๐๐ง๐ ๐ข๐จ ๐๐จ๐ฆ๐ ๐ฌ๐จ๐ฎ๐ฏ๐๐ง๐ข๐ซ?".
๐๐ฎ๐๐ฅ ๐ ๐ข๐จ๐ซ๐ง๐จ, ๐ฉ๐๐ซ๐จฬ, ๐ก๐จ ๐ฏ๐ข๐ฌ๐ญ๐จ... ๐ ๐ฌ๐๐ง๐ญ๐ข๐ญ๐จ!
"๐๐ข ๐ฅ๐๐ฌ๐๐ข ๐ฌ๐ญ๐๐ซ๐!".Una voce di donna, carica di paura. Alzo gli occhi e la vedo. Era a una cinquantina di metri da me: sui quarantโanni, incastrata tra una colonna e la pensilina dellโautobus.
Davanti a lei, un uomo piรน giovane, grosso, ben vestito. La stringe per un braccio. "๐๐ข๐ญ๐ญ๐, ๐ง๐จ๐ง ๐ฎ๐ซ๐ฅ๐๐ซ๐!" le dice. "๐๐๐๐ฌ๐ฌ๐จ ๐๐๐ข ๐ฅ๐ ๐ฌ๐๐ง๐ญ๐๐ซ๐๐ฅ๐ฅ๐ข๐ง๐? ๐๐๐ง๐ณ๐ ๐ซ๐๐ ๐ ๐ข๐ฌ๐๐ง๐จ, ๐ฅ๐ ๐ฉ๐จ๐ซ๐ญ๐ข ๐๐ฅ ๐ฏ๐๐ง๐ญ๐จ ๐ฌ๐จ๐ญ๐ญ๐จ ๐ฅ๐ ๐ฆ๐๐ ๐ฅ๐ข๐๐ญ๐ญ๐!".
Lei si divincola."๐๐จ๐ง ๐ฅ๐ ๐๐จ๐ง๐จ๐ฌ๐๐จ! ๐๐๐๐ ๐ฏ๐ข๐!".
Passano persone accanto a loro. Nessuno si ferma. Nessuno rallenta. ๐๐ง ๐ฆ๐ฎ๐ซ๐จ ๐๐ข ๐ข๐ง๐๐ข๐๐๐๐ซ๐๐ง๐ณ๐.
Io, invece, rallento. Mi fermo. E penso: โ๐๐๐ฏ๐จ ๐๐ข๐ฎ๐ญ๐๐ซ๐ฅ๐! ๐๐ ๐๐จ๐ฆ๐? Non ho mai tirato un pugno in vita mia. Niente risse, niente botte, neanche uno schiaffo dato per sbaglio. A pensarci bene, se dovessi colpire qualcuno probabilmente mi farei piรน male io. Perรฒ ho visto Karate Kid almeno dieci volteโฆ Potrei provare la mitica mossa della gru del Maestro Miyagi! Mi immagino giร : un piede sollevato, le braccia aperte, pronto a sferrare il colpo decisivoโฆ e poi la sciatica che mi blocca come un vecchio orologio arrugginito. No, meglio non rischiare il ricovero. Dovevo trovare un altro modo. Ma quale? Chiamare aiuto? Urlare? Improvvisare una sceneggiata?โ.
E mentre il mio cervello andava in tilt, tra il panico e lโimbarazzo, unโidea folle iniziava a prendere formaโฆ
Mi guardo attorno. Poi apro lo zaino. Un lampo. "๐๐ซ๐๐๐ข๐๐จ ๐ฌ๐๐ฆ๐ฉ๐ซ๐ ๐๐ก๐ ๐ฅ๐ ๐๐๐ง๐ญ๐๐ฌ๐ข๐ ๐ฬ ๐ฎ๐ง๐ ๐ ๐ซ๐๐ง๐๐ ๐๐ซ๐ฆ๐. ๐๐ญ๐๐ฏ๐จ๐ฅ๐ญ๐ ๐ฆ๐ข ๐ฌ๐๐ซ๐ฏ๐โฆ ๐ ๐๐ง๐๐ก๐ ๐ญ๐๐ง๐ญ๐!โ.
๐๐ซ๐๐ง๐๐จ ๐ฎ๐ง ๐ซ๐๐ฌ๐ฉ๐ข๐ซ๐จ. Mi ripeto il mantra dellโattore: "merda, merda, merda". ๐ ๐ฏ๐๐๐จ ๐ข๐ง ๐ฌ๐๐๐ง๐.
Mi avvicino velocemente senza guardare lui. Mi rivolgo a lei, con il tono piรน naturale possibile. "Ciao tesoro! Scusa il ritardo! Sai comโรจ, il beauty case, le mille cose da mettere in borsa... Hai aspettato tanto?".
๐๐๐ข ๐ฆ๐ข ๐ ๐ฎ๐๐ซ๐๐. Occhi spalancati, sorpresi. Io le faccio un rapido occhiolino. ๐๐๐ข ๐๐๐ฉ๐ข๐ฌ๐๐.
Non do tempo di replica. ๐๐๐ซ๐ฅ๐จ ๐ ๐ซ๐๐๐๐ข๐๐, ๐ฌ๐๐ง๐ณ๐ ๐ฌ๐จ๐ฌ๐ญ๐. "Lo so, sono sempre gli uomini a far tardi! Ma il medico ha detto che devi ancora stare attenta...".
๐๐ ๐๐๐๐จ ๐ข๐ฅ ๐๐จ๐ฅ๐ฉ๐จ ๐๐ข ๐ญ๐๐๐ญ๐ซ๐จ: tiro fuori dallo zaino una mascherina FFP2 sigillata. "Mettila subito! La Carmelitana sta facendo danni irreparabili! Peggio del Covid! Dobbiamo andare in ospedale!".
๐'๐ฎ๐จ๐ฆ๐จ ๐ฌ๐ ๐ซ๐๐ง๐ ๐ ๐ฅ๐ข ๐จ๐๐๐ก๐ข ๐ ๐ ๐ฎ๐ง ๐ฉ๐๐ฌ๐ฌ๐จ ๐ข๐ง๐๐ข๐๐ญ๐ซ๐จ. ๐๐จ๐ข ๐ฎ๐ง ๐๐ฅ๐ญ๐ซ๐จ. "Spera che non mi abbia mischiato!", borbotta, e se ne va.
Lo seguiamo con lo sguardo finchรฉ scompare dietro lโangolo.
๐๐จ๐ฅ๐จ ๐๐ฅ๐ฅ๐จ๐ซ๐, ๐๐ข๐ง๐๐ฅ๐ฆ๐๐ง๐ญ๐, ๐ซ๐๐ฌ๐ฉ๐ข๐ซ๐ข๐๐ฆ๐จ.
Lei mette le mani davanti al viso. ๐๐ข๐๐ง๐ ๐. "Hai ragione, meglio piangere", le dico. Rabbia, sollievo, paura, meravigliaโฆ ๐ญ๐ฎ๐ญ๐ญ๐ ๐ฅ๐ ๐๐ฆ๐จ๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ข ๐๐๐ฅ ๐ฆ๐จ๐ง๐๐จ, ๐ข๐ง ๐ช๐ฎ๐๐ฅ ๐ฉ๐ข๐๐ง๐ญ๐จ.
Ci sediamo al bar. Lei prende una camomilla... anche io faccio la stessa cosa. Brindiamo allo scampato pericolo. "Ho avuto paura", dice. "๐๐๐ฌ๐ฌ๐ฎ๐ง๐จ ๐ฌ๐ข ๐ฬ ๐๐๐ซ๐ฆ๐๐ญ๐จ. ๐๐๐ฌ๐ฌ๐ฎ๐ง๐จ". Poi mi guarda. "๐๐ง๐จ ๐ฌ๐ข ๐ฬ ๐๐๐ซ๐ฆ๐๐ญ๐จ".
๐๐จ๐ซ๐ซ๐ข๐๐. Poi vede la mascherina tra le mie mani. "Ma tu porti ancora le mascherine nello zaino?".
๐๐ข๐๐จ. "๐๐ข ๐ซ๐๐๐๐จ๐ง๐ญ๐จ ๐ฅ๐ ๐ฌ๐ญ๐จ๐ซ๐ข๐ ๐๐ข ๐ช๐ฎ๐๐ฌ๐ญ๐ ๐ฆ๐๐ฌ๐๐ก๐๐ซ๐ข๐ง๐. Ieri in treno ero seduto accanto a una signora anziana, Carmela. Aveva la mascherina. Abbiamo chiacchierato tanto, e quando siamo arrivati a destinazione, me ne ha data una e mi ha detto: โTienila in borsa. ๐๐ ๐ฆ๐๐ฌ๐๐ก๐๐ซ๐ข๐ง๐ ๐ญ๐ข ๐ฌ๐๐ฅ๐ฏ๐ ๐ฅ๐ ๐ฏ๐ข๐ญ๐".
E aveva ragione.
Me ne vado. Il treno non aspetta. Ma il pensiero mi rimane addosso. ๐๐ฎ๐๐ง๐ญ๐ ๐ฉ๐๐ซ๐จ๐ฅ๐ ๐ฌ๐ฉ๐ซ๐๐๐ก๐ข๐๐ฆ๐จ ๐ฌ๐ฎ ๐ฌ๐ข๐๐ฎ๐ซ๐๐ณ๐ณ๐, ๐๐ข๐ซ๐ข๐ญ๐ญ๐ข, ๐ฉ๐ซ๐จ๐ญ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐, e poi lasciamo che una donna urli aiuto senza che nessuno si fermi?
Non sono felice per quello che ho fatto. Sono turbato. E mi chiedo: ๐ฬ ๐ฉ๐จ๐ฌ๐ฌ๐ข๐๐ข๐ฅ๐ ๐๐ก๐ ๐ง๐๐ฅ ๐๐๐๐ ๐๐ฌ๐ข๐ฌ๐ญ๐๐ง๐จ ๐๐ง๐๐จ๐ซ๐ ๐ฎ๐จ๐ฆ๐ข๐ง๐ข ๐๐จ๐ฌ๐ขฬ ๐ฌ๐ญ๐ซ๐จ๐ง๐ณ๐ข? ๐ ๐๐ก๐ ๐ญ๐๐ง๐ญ๐ข ๐ฌ๐๐๐ฅ๐ ๐๐ง๐จ ๐๐ข ๐ง๐จ๐ง ๐ฏ๐๐๐๐ซ๐?
๐.๐. ๐๐ซ๐๐ณ๐ข๐ ๐๐๐ง๐ญ๐๐ฌ๐ข๐!