𝐌𝐚𝐫𝐜𝐞𝐥𝐥𝐢𝐧𝐨 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐨̀ 𝐚 𝐜𝐚𝐬𝐚 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐚𝐫𝐫𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐨𝐥𝐢𝐭𝐨. Appena entrato, non salutò nessuno e si chiuse direttamente nella sua stanza. Prese un foglio e iniziò a scrivere con mano decisa. "𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒗𝒐𝒍𝒕𝒂 𝒈𝒍𝒊𝒆𝒍𝒂 𝒇𝒂𝒄𝒄𝒊𝒐 𝒑𝒂𝒈𝒂𝒓𝒆!" borbottò fra sé, ripensando a quello che era successo a scuola.

Dopo qualche minuto, il nonno, insospettito dal silenzio e dal fatto che Marcellino non fosse venuto a salutarlo come faceva di solito, bussò piano alla porta. "𝑷𝒐𝒔𝒔𝒐 𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒓𝒆?" chiese con voce calma.

Marcellino non rispose, ma il nonno entrò comunque. "𝑪𝒐𝒔𝒂 𝒔𝒕𝒂𝒊 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒗𝒆𝒏𝒅𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒂 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒇𝒐𝒈𝒂?" domandò curioso, notando l’espressione seria del nipote.

Marcellino sbuffò, alzando lo sguardo dalla pagina. "𝑺𝒕𝒐 𝒑𝒓𝒆𝒑𝒂𝒓𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒍𝒂 𝒎𝒊𝒂 𝒗𝒆𝒏𝒅𝒆𝒕𝒕𝒂! 𝑶𝒈𝒈𝒊 𝒂𝒍𝒄𝒖𝒏𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒂𝒈𝒏𝒊 𝒅𝒊 𝒄𝒍𝒂𝒔𝒔𝒆 𝒎𝒊 𝒉𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒐 𝒊𝒏 𝒈𝒊𝒓𝒐 𝒅𝒂𝒗𝒂𝒏𝒕𝒊 𝒂 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒊, 𝒆 𝒊𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒑𝒐𝒔𝒔𝒐 𝒍𝒂𝒔𝒄𝒊𝒂𝒓𝒈𝒍𝒊𝒆𝒍𝒂 𝒑𝒂𝒔𝒔𝒂𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒔𝒊̀. 𝑫𝒐𝒎𝒂𝒏𝒊 𝒍𝒊 𝒇𝒂𝒄𝒄𝒊𝒐 𝒑𝒆𝒏𝒕𝒊𝒓𝒆!"

Il nonno si avvicinò al letto e si sedette accanto a lui. "𝑽𝒆𝒏𝒅𝒆𝒕𝒕𝒂, 𝒆𝒉? 𝑬 𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒉𝒂𝒊 𝒊𝒏 𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒇𝒂𝒓𝒆?"

Marcellino si voltò verso di lui, stringendo la penna tra le dita. "𝑺𝒕𝒐 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒗𝒆𝒏𝒅𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒄𝒐𝒔𝒆 𝒄𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒆. 𝑫𝒐𝒎𝒂𝒏𝒊 𝒍𝒊 𝒇𝒂𝒄𝒄𝒊𝒐 𝒔𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒎𝒂𝒍𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒉𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒇𝒂𝒕𝒕𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒎𝒆."

Il nonno lo guardò con un’espressione serena. "𝘾𝙖𝙥𝙞𝙨𝙘𝙤, 𝙚̀ 𝙣𝙤𝙧𝙢𝙖𝙡𝙚 𝙨𝙚𝙣𝙩𝙞𝙧𝙨𝙞 𝙛𝙚𝙧𝙞𝙩𝙞 𝙚 𝙫𝙤𝙡𝙚𝙧 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙣𝙙𝙚𝙧𝙚. 𝙈𝙖 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙤 𝙧𝙖𝙘𝙘𝙤𝙣𝙩𝙖𝙧𝙩𝙞 𝙪𝙣𝙖 𝙘𝙤𝙨𝙖 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙩𝙪 𝙛𝙞𝙣𝙞𝙨𝙘𝙖 𝙙𝙞 𝙨𝙘𝙧𝙞𝙫𝙚𝙧𝙚?"

Marcellino, ancora arrabbiato, sospirò ma annuì. Il nonno iniziò a parlare con la sua voce calma e rassicurante: "𝙎𝙖𝙞, 𝙦𝙪𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙚𝙧𝙤 𝙥𝙞𝙘𝙘𝙤𝙡𝙤, 𝙘'𝙚𝙧𝙖 𝙪𝙣 𝙪𝙤𝙢𝙤 𝙣𝙚𝙡 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙤 𝙫𝙞𝙡𝙡𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙞 𝙘𝙤𝙣𝙤𝙨𝙘𝙚𝙫𝙖𝙣𝙤 𝙥𝙚𝙧𝙘𝙝𝙚́ 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙞 𝙖𝙧𝙧𝙖𝙗𝙗𝙞𝙖𝙫𝙖 𝙢𝙖𝙞, 𝙣𝙚𝙢𝙢𝙚𝙣𝙤 𝙦𝙪𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙡𝙤 𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖𝙫𝙖𝙣𝙤 𝙢𝙖𝙡𝙚. 𝙐𝙣𝙖 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙖 𝙜𝙡𝙞 𝙘𝙝𝙞𝙚𝙨𝙞: '𝙋𝙚𝙧𝙘𝙝𝙚́ 𝙣𝙤𝙣 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙣𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙞 𝙘𝙤𝙣 𝙧𝙖𝙗𝙗𝙞𝙖 𝙖 𝙘𝙝𝙞 𝙩𝙞 𝙛𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙢𝙖𝙡𝙚?'. 𝙇𝙪𝙞 𝙢𝙞 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙚: '𝙋𝙚𝙧𝙘𝙝𝙚́ 𝙨𝙚 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙣𝙙𝙚𝙨𝙨𝙞 𝙘𝙤𝙣 𝙧𝙖𝙗𝙗𝙞𝙖, 𝙡𝙖𝙨𝙘𝙚𝙧𝙚𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙡𝙖 𝙘𝙖𝙩𝙩𝙞𝙫𝙚𝙧𝙞𝙖 𝙘𝙧𝙚𝙨𝙘𝙖 𝙣𝙚𝙡 𝙢𝙞𝙤 𝙘𝙪𝙤𝙧𝙚. 𝙈𝙖 𝙨𝙚 𝙨𝙘𝙚𝙡𝙜𝙤 𝙙𝙞 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙜𝙚𝙣𝙩𝙞𝙡𝙚, 𝙨𝙥𝙚𝙯𝙯𝙤 𝙡𝙖 𝙘𝙖𝙩𝙚𝙣𝙖 𝙚 𝙨𝙩𝙤 𝙢𝙚𝙜𝙡𝙞𝙤 𝙞𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙤.'"

Marcellino lo guardò, il pugno ancora stretto intorno alla penna. "𝙈𝙖 𝙣𝙤𝙣 𝙚̀ 𝙜𝙞𝙪𝙨𝙩𝙤, 𝙣𝙤𝙣𝙣𝙤! 𝙎𝙚 𝙦𝙪𝙖𝙡𝙘𝙪𝙣𝙤 𝙩𝙞 𝙛𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙢𝙖𝙡𝙚, 𝙣𝙤𝙣 𝙙𝙤𝙫𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙣𝙙𝙚𝙧𝙚 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙨𝙩𝙚𝙨𝙨𝙤 𝙢𝙤𝙙𝙤?"

Il nonno sorrise di nuovo."𝘼 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙚 𝙥𝙚𝙣𝙨𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙣𝙙𝙚𝙧𝙚 𝙖𝙡 𝙢𝙖𝙡𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙞𝙡 𝙢𝙖𝙡𝙚 𝙨𝙞𝙖 𝙡𝙖 𝙨𝙤𝙡𝙪𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙜𝙞𝙪𝙨𝙩𝙖. 𝙈𝙖 𝙘𝙞 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙧𝙨𝙞 𝙢𝙤𝙙𝙞 𝙙𝙞 𝙙𝙞𝙛𝙚𝙣𝙙𝙚𝙧𝙨𝙞. 𝙎𝙚 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙣𝙙𝙞 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙖𝙩𝙩𝙞𝙫𝙚𝙧𝙞𝙖 𝙘𝙤𝙣 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙖 𝙘𝙖𝙩𝙩𝙞𝙫𝙚𝙧𝙞𝙖, 𝙖𝙡𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙪𝙣 𝙘𝙞𝙘𝙡𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙛𝙞𝙣𝙞𝙨𝙘𝙚 𝙢𝙖𝙞. 𝙈𝙖 𝙨𝙚 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙤𝙣𝙙𝙞 𝙘𝙤𝙣 𝙜𝙚𝙣𝙩𝙞𝙡𝙚𝙯𝙯𝙖, 𝙝𝙖𝙞 𝙡𝙖 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀ 𝙙𝙞 𝙨𝙥𝙚𝙯𝙯𝙖𝙧𝙚 𝙦𝙪𝙚𝙡 𝙘𝙞𝙘𝙡𝙤 𝙚 𝙘𝙖𝙢𝙗𝙞𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙚 𝙘𝙤𝙨𝙚. 𝙉𝙤𝙣 𝙨𝙚𝙢𝙥𝙧𝙚 𝙚̀ 𝙛𝙖𝙘𝙞𝙡𝙚, 𝙡𝙤 𝙨𝙤. 𝙈𝙖 𝙥𝙚𝙣𝙨𝙖 𝙨𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙞 𝙨𝙘𝙚𝙜𝙡𝙞𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙤 𝙙𝙞 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙜𝙚𝙣𝙩𝙞𝙡𝙞 𝙞𝙣𝙫𝙚𝙘𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙫𝙚𝙣𝙙𝙞𝙘𝙖𝙧𝙨𝙞. 𝙉𝙤𝙣 𝙘𝙧𝙚𝙙𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙞𝙡 𝙢𝙤𝙣𝙙𝙤 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙗𝙗𝙚 𝙪𝙣 𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙗𝙚𝙡𝙡𝙤?"

Marcellino rimase in silenzio, riflettendo sulle parole del nonno. "𝙀 𝙨𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙛𝙪𝙣𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖? 𝙎𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙞𝙣𝙪𝙤 𝙖 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙜𝙚𝙣𝙩𝙞𝙡𝙚 𝙚 𝙡𝙤𝙧𝙤 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙞𝙣𝙪𝙖𝙣𝙤 𝙖 𝙥𝙧𝙚𝙣𝙙𝙚𝙧𝙢𝙞 𝙞𝙣 𝙜𝙞𝙧𝙤?"

Il nonno gli diede una pacca sulla spalla. "𝙉𝙤𝙣 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙨𝙚𝙢𝙥𝙧𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙤𝙡𝙡𝙖𝙧𝙚 𝙘𝙤𝙨𝙖 𝙛𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙜𝙡𝙞 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙞. 𝙈𝙖 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙨𝙘𝙚𝙜𝙡𝙞𝙚𝙧𝙚 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙫𝙤𝙜𝙡𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙣𝙤𝙞. 𝙀 𝙤𝙜𝙣𝙞 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙘𝙚𝙜𝙡𝙞 𝙡𝙖 𝙜𝙚𝙣𝙩𝙞𝙡𝙚𝙯𝙯𝙖, 𝙛𝙖𝙞 𝙡𝙖 𝙩𝙪𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙧𝙚𝙣𝙙𝙚𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙢𝙤𝙣𝙙𝙤 𝙪𝙣 𝙥𝙤' 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙜𝙞𝙪𝙨𝙩𝙤. 𝙉𝙤𝙣 𝙚̀ 𝙙𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙡𝙚 𝙘𝙤𝙨𝙚 𝙘𝙖𝙢𝙗𝙞𝙚𝙧𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙨𝙪𝙗𝙞𝙩𝙤, 𝙢𝙖 𝙩𝙞 𝙨𝙚𝙣𝙩𝙞𝙧𝙖𝙞 𝙢𝙚𝙜𝙡𝙞𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙩𝙚 𝙨𝙩𝙚𝙨𝙨𝙤, 𝙚 𝙖 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙚 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙗𝙖𝙨𝙩𝙖."

Marcellino abbassò lo sguardo sulla sua lettera di vendetta, poi lentamente strappò il foglio e lo buttò via. "𝙁𝙤𝙧𝙨𝙚 𝙝𝙖𝙞 𝙧𝙖𝙜𝙞𝙤𝙣𝙚, 𝙣𝙤𝙣𝙣𝙤."

Da quel giorno, Marcellino cominciò a rispondere con calma e gentilezza alle provocazioni. Non era sempre facile, ma si accorse che così si sentiva più sereno, e anche i suoi compagni, piano piano, iniziarono a cambiare atteggiamento.

Giorgio La Marca