𝐂'𝐞𝐫𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚, in un piccolo paesino nascosto tra le colline, 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐚 𝐦𝐚𝐞𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐦𝐞 𝐄𝐥𝐢𝐬𝐚. I suoi capelli erano ormai bianchi come la neve, e le sue mani, un tempo forti e giovani, erano ora delicate come le foglie d’autunno. Ormai in pensione da anni, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐞𝐬𝐢𝐧𝐨 𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐚𝐯𝐚𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐚𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚.

𝐈𝐥 𝐩𝐚𝐞𝐬𝐢𝐧𝐨 𝐞𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐮𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐬𝐨𝐫𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞: quasi tutti i suoi abitanti erano diplomati o laureati. Era una cosa rara, perché la vita lì era dura. I bambini aiutavano i genitori nei campi, badavano agli animali e, nonostante la stanchezza, ogni sera si sedevano tra i banchi di scuola. Quella scuola era stata il regno della maestra Elisa per tanti, tantissimi anni.

𝐔𝐧 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨, 𝐮𝐧 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐬𝐢 𝐟𝐞𝐫𝐦𝐨̀ 𝐧𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐞𝐬𝐢𝐧𝐨 e, sentendo questa storia, volle scoprire di più. Decise di cercare la maestra Elisa e la trovò nella sua piccola casetta, circondata da un orto rigoglioso e colorato. La donna era intenta a curare le sue piantine, parlando con loro come fossero vecchie amiche.

𝐈𝐥 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐢 𝐚𝐯𝐯𝐢𝐜𝐢𝐧𝐨̀ 𝐞 𝐥𝐞 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐞 𝐬𝐞 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐯𝐚 𝐟𝐚𝐫𝐥𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐨𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚. Elisa, con un sorriso gentile, acconsentì, ma continuò a prendersi cura del suo giardino mentre rispondeva. "𝙈𝙖𝙚𝙨𝙩𝙧𝙖 𝙀𝙡𝙞𝙨𝙖," iniziò il giornalista, "𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙝𝙖 𝙛𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙥𝙖𝙚𝙨𝙞𝙣𝙤 𝙖 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙣𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙘𝙤𝙨𝙞̀ 𝙨𝙥𝙚𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚? 𝙋𝙚𝙧𝙘𝙝𝙚́ 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙞 𝙡𝙖 𝙖𝙢𝙖𝙣𝙤 𝙘𝙤𝙨𝙞̀ 𝙩𝙖𝙣𝙩𝙤?"

Elisa si fermò un attimo e indicò una piccola pianta di basilico. "𝙑𝙚𝙙𝙞 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙥𝙞𝙖𝙣𝙩𝙞𝙣𝙖? 𝙄𝙤 𝙡𝙚 𝙙𝙤 𝙡’𝙖𝙘𝙦𝙪𝙖, 𝙡𝙖 𝙨𝙥𝙤𝙨𝙩𝙤 𝙖𝙡 𝙨𝙤𝙡𝙚, 𝙡𝙚 𝙢𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙘𝙤𝙣𝙘𝙞𝙢𝙚. 𝙈𝙖 𝙚̀ 𝙡𝙚𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙙𝙚𝙫𝙚 𝙘𝙧𝙚𝙨𝙘𝙚𝙧𝙚, 𝙞𝙤 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙤 𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙖𝙞𝙪𝙩𝙖𝙧𝙡𝙖. 𝘾𝙤𝙨𝙞̀ 𝙝𝙤 𝙛𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙞 𝙢𝙞𝙚𝙞 𝙖𝙡𝙪𝙣𝙣𝙞. 𝙃𝙤 𝙙𝙖𝙩𝙤 𝙡𝙤𝙧𝙤 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤 𝙘𝙞𝙤̀ 𝙘𝙝𝙚 𝙥𝙤𝙩𝙚𝙫𝙤, 𝙢𝙖 𝙥𝙤𝙞 𝙞𝙡 𝙧𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙚̀ 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙢𝙚𝙧𝙞𝙩𝙤 𝙡𝙤𝙧𝙤."

Il giornalista, incuriosito, continuò a fare domande in giro per il paese e scoprì tanti particolari: la maestra Elisa non aveva mai lasciato indietro nessuno. "𝙎𝙚 𝙪𝙣 𝙗𝙖𝙢𝙗𝙞𝙣𝙤 𝙣𝙤𝙣 𝙫𝙚𝙣𝙞𝙫𝙖 𝙖 𝙨𝙘𝙪𝙤𝙡𝙖, 𝙡𝙚𝙞 𝙡𝙤 𝙖𝙣𝙙𝙖𝙫𝙖 𝙖 𝙥𝙧𝙚𝙣𝙙𝙚𝙧𝙚. 𝙈𝙤𝙡𝙩𝙚 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙚 𝙡𝙞 𝙩𝙧𝙤𝙫𝙖𝙫𝙖 𝙣𝙖𝙨𝙘𝙤𝙨𝙩𝙞 𝙩𝙧𝙖 𝙞 𝙘𝙖𝙢𝙥𝙞 𝙤 𝙖𝙡 𝙗𝙖𝙧," disse un uomo sorridendo, seduto al tavolino del bar. "𝙇𝙖 𝙧𝙞𝙘𝙤𝙧𝙙𝙤 𝙜𝙞𝙤𝙫𝙖𝙣𝙞𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖 𝙣𝙚𝙞 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙞 𝙖𝙣𝙣𝙞 𝙙𝙞 𝙨𝙚𝙧𝙫𝙞𝙯𝙞𝙤, 𝙦𝙪𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙤𝙜𝙣𝙞 𝙥𝙤𝙢𝙚𝙧𝙞𝙜𝙜𝙞𝙤 𝙜𝙞𝙧𝙖𝙫𝙖 𝙥𝙚𝙧 𝙡𝙚 𝙘𝙖𝙨𝙚, 𝙞𝙣𝙨𝙚𝙜𝙣𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙖 𝙡𝙚𝙜𝙜𝙚𝙧𝙚 𝙚 𝙨𝙘𝙧𝙞𝙫𝙚𝙧𝙚 𝙖 𝙘𝙝𝙞𝙪𝙣𝙦𝙪𝙚, 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙜𝙡𝙞 𝙖𝙙𝙪𝙡𝙩𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙖𝙫𝙚𝙫𝙖𝙣𝙤 𝙢𝙖𝙞 𝙖𝙫𝙪𝙩𝙤 𝙡𝙖 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀ 𝙙𝙞 𝙞𝙢𝙥𝙖𝙧𝙖𝙧𝙚," aggiunse una donna anziana. "𝙎𝙚 𝙞 𝙜𝙚𝙣𝙞𝙩𝙤𝙧𝙞 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙨𝙘𝙤𝙣𝙤 𝙡'𝙞𝙢𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖𝙣𝙯𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙪𝙡𝙩𝙪𝙧𝙖," diceva, "𝙡𝙤 𝙛𝙖𝙧𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙧𝙚 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙞 𝙡𝙤𝙧𝙤 𝙛𝙞𝙜𝙡𝙞" era una delle frasi della maestra.

La maestra Elisa era rimasta in quel paesino nonostante le mille occasioni di andarsene, perché sentiva che il suo compito era lì, tra quelle persone che ormai erano la sua famiglia. Grazie ai suoi insegnamenti, molti dei suoi alunni avevano continuato gli studi, diventando medici, ingegneri, insegnanti e molto altro ancora. La cultura era diventata il cuore del paesino, e tutto questo grazie al cuore della maestra Elisa.

𝐋𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐄𝐥𝐢𝐬𝐚 𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐧𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐞 𝐚𝐥𝐥'𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐚. Un giorno, una giovane maestra bussò alla sua porta. "𝙃𝙤 𝙡𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙡𝙚𝙞," disse, "𝙚 𝙫𝙤𝙧𝙧𝙚𝙞 𝙨𝙖𝙥𝙚𝙧𝙚 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙤 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙣𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙪𝙣𝙖 𝙗𝙧𝙖𝙫𝙖 𝙢𝙖𝙚𝙨𝙩𝙧𝙖."

Elisa sorrise e la invitò a sedersi accanto a lei nel giardino. "𝙄𝙣𝙨𝙚𝙜𝙣𝙖 𝙖 𝙡𝙚𝙜𝙜𝙚𝙧𝙚 𝙚 𝙨𝙘𝙧𝙞𝙫𝙚𝙧𝙚, 𝙨𝙚𝙜𝙪𝙞 𝙞𝙡 𝙥𝙧𝙤𝙜𝙧𝙖𝙢𝙢𝙖, 𝙘𝙚𝙧𝙩𝙤," le disse, "𝙢𝙖 𝙨𝙤𝙥𝙧𝙖𝙩𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤, 𝙢𝙚𝙩𝙩𝙞 𝙞𝙡 𝙘𝙪𝙤𝙧𝙚 𝙞𝙣 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤 𝙘𝙞𝙤̀ 𝙘𝙝𝙚 𝙛𝙖𝙞. 𝙄𝙢𝙢𝙖𝙜𝙞𝙣𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙤𝙜𝙣𝙞 𝙗𝙖𝙢𝙗𝙞𝙣𝙤 𝙙𝙞𝙫𝙚𝙣𝙩𝙚𝙧𝙖̀ 𝙪𝙣 𝙜𝙞𝙤𝙧𝙣𝙤 𝙦𝙪𝙖𝙡𝙘𝙪𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙞𝙢𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙩𝙚, 𝙪𝙣 𝙢𝙚𝙙𝙞𝙘𝙤, 𝙪𝙣 𝙞𝙣𝙜𝙚𝙜𝙣𝙚𝙧𝙚, 𝙪𝙣 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙖𝙙𝙞𝙣𝙤. 𝙏𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖𝙡𝙞 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙚𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙞 𝙩𝙪𝙤𝙞 𝙛𝙞𝙜𝙡𝙞. 𝙁𝙖𝙞 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙧𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙡𝙚 𝙧𝙚𝙜𝙤𝙡𝙚 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙡𝙞̀ 𝙥𝙚𝙧 𝙖𝙞𝙪𝙩𝙖𝙧𝙚, 𝙣𝙤𝙣 𝙥𝙚𝙧 𝙥𝙪𝙣𝙞𝙧𝙚, 𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙚𝙩𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙜𝙡𝙞 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙞 𝙨𝙞𝙜𝙣𝙞𝙛𝙞𝙘𝙖 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙚𝙩𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙨𝙚 𝙨𝙩𝙚𝙨𝙨𝙞".

La giovane maestra ascoltò ogni parola con attenzione, e quando andò via, il suo cuore era leggero come una piuma, ma pieno di una nuova saggezza. 𝐄 𝐜𝐨𝐬𝐢̀, 𝐢𝐥 𝐬𝐞𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐄𝐥𝐢𝐬𝐚 𝐚𝐯𝐞𝐯𝐚 𝐩𝐢𝐚𝐧𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐥 𝐩𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐚𝐞𝐬𝐢𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐨̀ 𝐚 𝐜𝐫𝐞𝐬𝐜𝐞𝐫𝐞, 𝐧𝐮𝐭𝐫𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐞 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚 𝐯𝐞𝐧𝐢𝐫𝐞.

Giorgio La Marca