Quella mattina, gli alunni del maestro Teo erano molto tristi e pensierosi. L’insegnante appena arrivato in aula, notò subito che qualcosa non andava: sia i maschi che le femmine erano seduti ai propri posti e c’era un insolito silenzio. In una mattinata qualunque, i ragazzi avrebbero parlato di ciò che avevano fatto il pomeriggio precedente. Quel giorno era diverso.
Teo fece l’appello e poi restò anche lui in silenzio, proprio come i suoi alunni. Quell’atteggiamento del maestro incuriosì i bambini finché uno di loro prese la parola.
<<Maestro sei anche tu in pensiero per la guerra?>>.
A quel punto per Teo divenne tutto chiaro: i suoi alunni erano preoccupati per quanto stava accadendo nel mondo. Ma non rispose subito perché pian piano ognuno disse la sua.
<<Stanno morendo tante persone, tanti bambini. E nessuno fa qualcosa!>> commentò per ultimo Giovannino facendo ripiombare il silenzio nell’aula.
<<Maestro cos’è la guerra?>> chiese Tommasino.
<<È la cosa più stupida che un uomo possa fare.Non c’è una guerra giusta e una guerra sbagliata. La guerra è l’errore più grosso che un essere umano possa commettere! Quando c’è la guerra non c’è la pace, non c’è il dialogo ma soprattutto non c’è la consapevolezza che qui noi tutti siamo di passaggio. La guerra da l’illusione a chi la fa di essere eterno>> rispose il maestro.
<<Ma solo noi pensiamo che tutto questo sia sbagliato?>> chiese Anna.
<<No! È la maggioranza della popolazione mondiale che la pensa come noi. Ma non si può rispondere al male col male, quindi non si può rispondere alla guerra con le armi per far capire che “fare la guerra” è sbagliato. I capi di stato infatti stanno mediando con il dialogo>>.
<<Quindi noi non possiamo fare nulla per evitare la guerra?>>
<<Tutt’altro!Noi possiamo fare tanto!>> disse il maestro strappando un pezzetto di carta da un suo quaderno e scrivendoci qualcosa sopra. Poi lo piegò e lo mostrò ai suoi alunni. <<Questo foglietto ha un grande potere! Tutto può partire da qui!>>.
La frase scatenò diverse reazioni: chi sorrise, chi corrugò le sopracciglia e chi iniziò a parlottare con il compagno di banco.
<<Cosa c’è scritto di tanto potente?>> chiese Vittorio.
Il maestro si alzò dal suo posto. <<Non dobbiamo mai smettere di fare del bene. Fate una buona azione anche se intorno sembra che tutto vada verso lo sfacelo. Alla persona che riceverà la vostra buona azione, darete questo bigliettino senza chiedere nulla in cambio>> terminò Teo lasciando il suo pezzetto di carta sul banco di Tommasino prima di tornare al suo posto.
<<Dai! Aprilo e leggilo, cosa aspetti?>> dissero tutti al loro compagno.
Tommasino aprì il bigliettino e lesse ad alta voce quanto aveva scritto il maestro. <<La pace parte da noi! Non dirmi grazie, fai anche tu una buona azione e consegna questo bigliettino>>.
Gli sguardi increduli di tutti ripiombarono su Teo. <<Non credi che questo bigliettino andrà gettato via?>> chiese uno dei bambini.
<<Le buone azioni non sono mai vane! Tutto ritorna! Sono tanti piccoli passi per un mondo migliore pieno di pace>>.
<<L’idea ci piace! Cosa dobbiamo fare?>> chiese Caterina.
<<Scrivete tanti bigliettini e fate una, dieci, cento, mille buone azioni. Non vi preoccupate se alcuni bigliettini andranno gettati via; altri verranno conservati e altri inizieranno a girare. Immaginate la gioia quando magari ve ne ritornerà tra le mani uno scritto da voi o da qualcun altro. Non smettete mai di compiere buone azioni, non smette mai di rispettare gli altri. La pace parte dal rispetto, il rispetto dalle buone azioni e le buone azioni partono da voi. Da oggi sarete Ambasciatori della Pace>>.
<<Evviva la pace!>> Urlarono tutti i bambini correndo ad abbracciare il loro maestro.