Introduzione a cura del Maestro Teo
Questa storia affronta un tema tanto delicato quanto universale: la cattiveria.
Luigi, un ragazzo di soli 10 anni, si apre con coraggio e sincerità per condividere con voi una pagina della sua vita, un episodio che ha segnato il suo cammino. L'obiettivo di questo racconto non è solo narrare un'esperienza personale, ma invitare ciascuno di voi a riflettere sulle sfide quotidiane che tutti affrontiamo.
In questo viaggio attraverso le parole di Luigi, prenderemo coscienza della forza che risiede nel rispetto, nell'amore e nel sorriso. La sua testimonianza ci spingerà a esplorare il potere trasformativo delle emozioni positive anche nelle situazioni più difficili.
Vi incoraggio a leggere non solo tra le righe, ma a lasciarvi guidare dall'essenza della storia. Oltre la superficie, troverete insegnamenti profondi sul valore dell'accettazione di sé, del rispetto reciproco e della costruzione di connessioni autentiche.
Luigi ci offre non solo la sua storia, ma anche una lezione di vita che può arricchire ognuno di noi.
Buona lettura,
Maestro Teo
Il racconto
Mi chiamo Luigi, ho 10 anni e voglio raccontarvi qualcosa che è successo durante il Carnevale sociale della nostra parrocchia. È un evento che si ripete ogni anno ed è sempre pieno di bambini felici, coriandoli e stelle filanti, maschere e musica: insomma, è un momento divertente che tutti aspettiamo.
Ma c'è stata una volta in cui questo Carnevale non è stato così felice per me.
Durante quella giornata di qualche anno fa, un gruppo di ragazzi un po' più grandi di me ha iniziato a prendermi in giro per la mia forma fisica.
Non capivo perché e cosa c'era che non andava? Non ero come loro? Ecco, mi facevano sentire “diverso” e questo mi faceva male.
In quel momento, mi sono sentito giù, ho persino pianto. Avrei preferito che quel Carnevale non ci fosse mai stato.
Poi ho riflettuto un po' e mi sono detto: "Sì, sono diverso da loro, ma in realtà non voglio essere come loro. E non parlo della forma fisica, ma del modo in cui trattano gli altri. Non sarò mai cattivo come loro".
Ho capito che le parole feriscono profondamente. E allora ho deciso di rispondere alla cattiveria con un sorriso, perché volevo dimostrare che non avrebbero potuto cambiarmi, né farmi diventare come loro.
Ho promesso a me stesso che non sarei mai stato cattivo come loro, che avrei sempre rispettato gli altri: perché il rispetto porta rispetto!
È un po' come il mio modo di dire: "Guardate, potete ridere e scherzare quanto volete, ma io non permetterò mai che la vostra cattiveria cambi chi sono". E credo che il rispetto e un sorriso siano molto più potenti della cattiveria. Forse non cambieranno loro, ma almeno non cambieranno me.
Quindi, ecco la mia storia. Spero che, anche se siamo diversi, possiamo imparare a rispettarci l'un l'altro, perché il rispetto è la cosa più importante.
Luigi